martedì 31 gennaio 2012

La prima vittima illustre di Mario Monti? Giuliano Ferrara

I tagli all'editoria coinvolgeranno anche Il Foglio.
Se non fosse che la fine di un giornale costituisce sempre una brutta notizia, bisognerebbe ascrivere un merito, sicuramente preterintenzionale, al neo premier Mario Monti: la ventilata chiusura de il Foglio. Con un suo editoriale infatti Giuliano Ferrara ha annunciato che a causa dei tagli alle sovvenzioni all’editoria e della mancanza di adeguati introiti pubblicitari (fino ad adesso garantiti dalla Mondadori di Marina Berlusconi) il quotidiano rischia di chiudere i battenti. Da oggi comincia un periodo di riassetto che passerà per il taglio delle distribuzioni in Sicilia ed in Sardegna e continuerà con un progressivo smantellamento della versione cartacea ed un potenziamento della meno onerosa versione digitale del giornale. Come è ovvio a pagare pegno per le manovre del governo non sono solo i tassisti, i farmacisti, i benziani ed il comparto produttivo in generale, adesso anche i “generatori di cultura” devono stringere la cinghia. Prima l’Unità, poi il Riformista e Liberazione, adesso il Foglio, poi a chi tocchera? A Libero ed Europa? Tutti i piccoli giornali hanno vissuto, vivono o vivranno un momento di svolta. Chissà cosa succederà anche all’Avanti di Valter Lavitola ed al quotidiano leghista che i finanziamenti li riceve dall’Italia, dalla Padania e forse anche dalla Tanzania. Senza contare Radio Radicale che per farsi rinnovare la propria convenzione da servizio pubblico ciclicamente ricerca disperatamente adesioni nelle aule parlamentari.
La domanda che muove tutto sembra essere: è giusto che lo Stato tuteli nicchie di opinione oppure è meglio che queste vengano sostenute da privati o da altri enti? Sicuramente dati i lauti rimborsi elettorali dei partiti, sembrerebbe più appropriato che le stesse formazioni politiche finanzino le proprie idee. Se nemmeno i partiti credono nel prodotto sfornato dalle loro veline perché deve crederci lo Stato e soprattutto il contribuente italiano?
Il momento difficile del Foglio sicuramente coincide con lo smantellamento del fronte berlusconiano. La rotta politica impostata da Ferrara in questi anni si è dimostrata letale per il paese. Se Napolitano avesse seguito i suoi consigli adesso ci troveremmo con le pezze (sul didietro) come i greci, in rotta con Francia e Germania, ed un presidente del consiglio - snobbato dall’Europa - intento ad organizzare festini a Palazzo Grazioli. La storia è andata diversamente. Per ora e per fortuna.
Le copie invendute de Il Foglio ricalcano il terreno perso dal PDL con l’ultima esperienza governativa. E’ giusto che adesso proseguano con le proprie forze, senza ricevere annulamente l’obolo dello Stato. Potranno chiedere sicuramente un aiuto esterno al Vaticano o ai Teocon di Bush per ripagare i debiti. A meno che Berlusconi non decida di mettere Alessandro Sallusti o Daniela Santanchè alla testa della redazione per aumentare esponenzialmente il numero delle copie vendute.
I lettori italiani dovranno incominciare a preferire il profumo della rete a quello della carta stampata. Il mondo dell’editoria sta rapidamente cambiando. Prima erano i giornali e le radio a farsi dettare i tempi dalla televisione, adesso tutti devono farei i conti con l’influenza dilagante di internet.
I veri liberisti "foglianti" incominceranno a navigare senza il salvagente delle sovvenzioni statali nel mare magnum della concorrenza nell’oceano digitale. Doveva accadere prima. Oggi tocca al Foglio di Giuliano Ferrara, presto lo seguiranno altri. Come hanno scritto tante volte: è la dura legge del Mercat

lunedì 30 gennaio 2012

Scatta supertassa sui permessi di soggiorno Contributo da 80 fino a 200 euro

Scatta da oggi la supertassa sul rinnovo e il rilascio del permesso di soggiorno. Almeno per il momento, infatti,sono saltati, gli annunciati sconti: il Governo nell'ultimo consiglio dei ministri non ha trova l'accordo sulla modifica del decreto Maroni-Tremonti che ha introdotto il balzello che va da 80 a 200 euro. 
Il problema della tassa era stato sollevato da diverse associazioni che ne chiedevano l'abolizione. L'appello era stato raccolto dal ministro dell'Integrazione Andrea Riccardi, che aveva contattato la collega Annamaria Cancellieri per concordare una soluzione. I due ministri, lo scorso 4 gennaio, avevano quindi rilasciato una dichiarazione congiunta spiegando di averdeciso ''di avviare un'approfondita riflessione e attenta valutazione'' sul contributo richiesto agli immigrati per ildocumento di soggiorno. In particolare, avevano sottolineato,''in un momento di crisi che colpisce non solo gli italiani, maanche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, c'e' daverificare se la sua applicazione possa essere modulata rispettoal reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suonucleo familiare''.
In sostanza i due ministri puntavano ad arrivare - prima del 30 gennaio - ad una sospensione dell'entrata in vigore delMaroni-Tremonti, in modo da introdurre esenzioni e riduzioni inbase al reddito ed al numero di figli. E' stata valutata la possibilita' di inserire la sospensiva nell'ambito del decreto sulle semplificazion iapprovato oggi dal Consiglio dei ministri. Ma la cosa non e' andata in porto a causa, sembra, di perplessita' avanzatedall'Economia.
Fonti ministeriali assicurano che si continua comunque a lavorare agli 'sconti', da inserire in un provvedimento di riordino complessivo della normativa sui permessi di soggiorno. L'obolo a carico dello straniero va dagli 80 euro per il rilascio ed il rinnovo del permesso di durata compresa tra tre mesi ed un anno ai 200 per quello di soggiornante di lungoperiodo. Bisogna poi aggiungere 27,50 euro per le spese de ldocumento elettronico.
La meta' del contributo, prevede il decreto, andra' ad un Fondo rimpatri finalizzato a finanziare lespese di rimpatrio degli stranieri irregolari verso i Paesi diorigine. La restante quota e' assegnata ad altri capitoli dispesa del ministero dell'Interno.
Si preannuncia una stagione di proteste e ricorsi: di un eventuale futuro sconto della tassa non godra' infatti chi presentera' richiesta di soggiorno a partire dal 30 gennaio. Un'pasticcio' cui si dovra' porre rimedio per evitare disparita'
BONINO, TASSA DI SOGGIORNO ENNESIMA INCERTEZZA  - "Manca e stenta a diventare coscienza politica complessiva la proposta di amnistia per la Repubblica. Noi l'abbiamo proposta alla Camera e al Senato, dove abbiamo avuto una manciata di voti". Lo ha ricordato Emma Bonino, intervistata in diretta a Radio Radicale. "In uno dei dibattiti in Parlamento l'ho detto: se non si restaura un minimo di legalità a partire dalle istituzioni, tutte le riforme che si stanno proponendo rischiano di essere travolte nei loro effetti positivi da un dato di evasione legislativa, o di non applicazione. Spiace che in questa situazione si aggiunga oggi un'altra goccia di incertezze e di ambiguità con l'entrata in vigore della tassa di soggiorno per gli immigrati", ha spiegato la vicepresidente del Senato. "Gli immigrati pagano già per avere il rinnovo, e oggi entra in vigore un decreto varato dal Ministro Maroni che introduce una nuova tassa che varia tra gli 80 e i 200 euro. Il governo Monti aveva annunciato che avrebbe abrogato questa tassa. Il Consiglio dei ministri ha annunciato che forse la sospenderà con un successivo provvedimento. E' un'altra goccia di incertezza legislativa, in cui migliaia di persone, immigrate, si chiederanno se la devono pagare, se non la devono pagare, cosa devono fare", ha concluso la Bonino

vuoi aumentare le visite del tuo blog : ecco un elenco di Siti di Social Bookmarking

I Siti di Social Bookmarking sono siti nei quali puoi segnalare e promuovere gli articoli del tuo Blog con lo scopo di ricevere più visite. Ecco un elenco, ordinato per fama, dei migliori siti dove promuovere i propri post.


Far sapere al mondo che hai scritto un nuovo articolo sul tuo blog e trovare persone interessate a quell’argomento è forse il compito più difficile che quotidianamente si trova ad affrontare un blogger. Normalmente i principali mezzi per fare questo sono il feed del proprio blog e i motori di ricerca (Google in primis), ma uno dei mezzi più importanti per raccogliere (sopratutto nel breve periodo) visitatori sono i siti di social bookmarking.
Il più noto di questi è sicuramente OkNotizie, ma molti sono i siti social che permettono di ricevere visite per i propri articoli.

 




















Ecco di seguito 46 siti prettamente italiani, ordinati per Alexa Rank (ovvero dal più visitato in giù), che vi permetteranno di pubblicizzare i vostri articoli.
L’ Alexa Rank è il numero tra parentesi che trovate dopo il link al sito e indica approssimativamente la posizione del sito in una immaginaria classifica mondiale dei siti web. 







  1. http://oknotizie.alice.it/ (260)
  2. http://www.reddit.com/r/it (719)
  3. http://www.wikio.it/ (3831)
  4. http://www.diggita.it (6013)
  5. http://www.liquida.it (8919)
  6. http://fai.informazione.it (12942)
  7. http://www.ilbloggatore.com (13242)
  8. http://www.upnews.it (22914)
  9. http://koolontheweb.com/ (34247)
  10. http://www.technotizie.it/ (47252)
  11. http://www.ziczac.it/ (52458)
  12. http://www.fainotizia.it (60575)
  13. http://www.badzu.net (65188)
  14. http://www.italianbloggers.it (66048)
  15. http://www.easymash.com/ (90722)
  16. http://www.pligg.it/ (108973)
  17. http://social.planetnews.it/ (123006)
  18. http://www.migliorblog.it (125778)
  19. http://www.bookmark.it (129654)
  20. http://www.feedburner.it (130316)
  21. http://www.notizieflash.com (134302)
  22. http://www.agoravox.it (144518)
  23. http://www.bloggeritaliani.it/mrx/bi/ (163492)
  24. http://www.cronaca24.org (165232)
  25. http://www.tuttoblog.com/ (177964)
  26. http://www.digo.it (192931)
  27. http://www.imli.com/imligg/ (224703)
  28. http://www.sugiu.it (225137)
  29. http://www.bloghissimo.it (252110)
  30. http://www.surfpeople.net/Bookmarks/ (323852)
  31. http://www.pliggalo.com (355610)
  32. http://www.socialblog.it (384639)
  33. http://www.socialdust.com/it (391306)
  34. http://www.dicevi.com (446818)
  35. http://www.postanotizie.it/ (484311)
  36. http://www.linknotizie.it/ (556505)
  37. http://www.pompinotizie.it (582513)
  38. http://www.piiros.com (648121)
  39. http://www.pubblicanews.it/ (674068)
  40. http://www.aggregatore.com (679181)
  41. http://www.kligg.org (693796)
  42. http://www.goarticoli.com (746138)
  43. http://www.salvasiti.com/ (750962)
  44. http://www.articolista.it (778372)
  45. http://www.squic.com/ (857391)
  46. http://blocnum.com (892204)
Nell’elenco non sono presenti siti che hanno Alexa Rank superiore al milione. Cosa aspettate ad usarli? ;)
E tu? hai un sito da segnalare? Fallo nei commenti!

fate come mè rivolgetevi a un broker assicurativo invece che una compagnia

Quando si cerca la polizza migliore a livello di condizioni e di premio la cosa più conveniente da fare è rivolgersi ad un broker assicurativo. La figura del broker assicurativo rispetto a quella dell’agente ha una grossa differenza, l’indipendenza nei confronti delle Compagnie assicurative; il broker deve essere libero da rapporti di dipendenza o di promozione commerciale poichè il suo compito è quello rappresentare gli interessi del clienti di fronte alle compagnie.
Fa sicuramente parte del lavoro del broker individuare le compagnie e le polizze più adatte alle esigenze del proprio cliente tra quelle presenti nel mercato assicurativo italiano ed internazionale; proprio questa sua imparzialità fa del broker una delle figure assicurative più ricercate dai clienti negli ultimi anni. Affidarsi ad un broker dà quindi la garanzia di essere assistiti in tutto e per tutto nelle varie fasi contrattuali, dalla ricerca del contratto migliore, all’eventuale gestione dei sinistri e all’essere sempre aggiornati su nuove possibilità di risparmio o miglioramente delle proprie coperture assicurative.


Rivolgersi a un broker assicurativo, piuttosto che a un agente monomandatario, vuol dire affidarsi a un professionista indipendente, il cui compito è mediare tra le esigenze del cliente e la varietà del mercato assicurativo: il broker per definizione non è legato a nessuna compagnia. Questa figura professionale è regolata nella nostra legislazione dal Codice delle assicurazioni (decreto legislativo del 2005), che la definisce come un professionista che mette in collegamento con imprese di assicurazione o riassicurazione, senza nessun vincolo, i consumatori o le aziende che voglio stipulare una polizza assicurativa, assistendoli nella firma, nella gestione e nell'esecuzione del contratto.


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Storicamente in Italia questa possibilità si è imposta inizialmente nei rapporti tra aziende e assicurazioni, per poi diventare un punto di riferimento utile anche per i consumatori privati. Attualmente il fenomeno è ancora relativamente poco diffuso (meno del 3% delle polizze vengono stipulate attraverso intermediazione indipendente) ma in crescita: in Italia i broker sono circa 1300. Il lavoro di intermediazione del broker è retribuito con una commissione versata dalla compagnia assicurativa, che egli è tenuto per legge a dichiarare e a dimostrare. è importante verificare sempre la trasparenza del lavoro del broker, per essere certi di stipulare la polizza più conveniente per il cliente e non per il mediatore.

Chi si rivolge a un broker, gli conferisce innanzitutto il mandato di esplorare il mercato per creare il match ideale tra le esigenze della domanda e le concrete opportunità dell'offerta. Tra i vantaggi di rivolgersi ad una figura indipendente c'è senz'altro l'approccio personalizzato e integrato a tutte le problematiche assicurative del cliente. Questa personalizzazione è resa possibile da una conoscenza che si presume globale e aggiornata, al fine di valutare i rischi e le opportunità del mercato. I broker sono iscritti in un albo tenuto dall'Isvap, per entrarvi devono sostenere un esame di ammissione (requisito di professionalità), non aver ricevuto condanne penali o essere stati dichiarati falliti (requisito di onorabilità) e dimostrare di non avere nessun rapporto privilegiato con singole compagnie di assicurazione (requisito di autonomia). Inoltre, e si tratta di un aspetto estremamente importante, devono avere la copertura assicurativa di responsabilità civile professionale, una garanzia che tutela i premi pagati dai clienti (requisito di garanzia).

Ulteriore fonte di tranquillità per l'assicurato è l'esistenza di un "Fondo di garanzia per l'attività dei mediatori di assicurazione e di riassicurazione", che garantisce un risarcimento per i danni causati dall'attività dei broker che non sono stati indennizzati attraverso le polizze di responsabilità civile. L'attività del broker segue l'assicurato dalla ricerca della polizza ideale alla firma del contratto, che entra in vigore dalle ore 24.00 del giorno successivo. Inoltre, in caso di sinistro, è proprio il broker il soggetto tenuto all'assistenza nei confronti dell'assicurato. Sempre il broker è tenuto alla revisione periodica del contratto con la compagnia di assicurazione.

domenica 29 gennaio 2012

tutte le Posizioni del Kamasutra illustrate e spiegate


 
La Posizioni del Kamasutra Da dietro
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Le Posizioni del Kamasutra Sesso orale
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Sindaco leghista trova il modo per non far leggere un libro anti-lega

Si chiama “L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord”, ed è stato scritto da Lynda De Matteo. E il Carroccio ha trovato il modo per non farlo leggere. Il sindaco leghista di Sesto Calende, paesino del Varesotto, ha comunque fatto ritirare dagli scaffali comunali un volume scomodo. La bibliotecaria aveva acquistato “L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord”, saggio scritto da una studiosa, Lynda Dematteo, che traccia un profilo critico del Carroccio.
Questa la descrizione sui siti in cui è in vendita il libro:
“Alla fine degli anni ottanta, quando gli elettori lombardi sanzionano l’arroganza e la corruzione della classe politica votando per la Lega Nord, si fanno sedurre dall’intemperanza anche lessicale di Umberto Bossi. La sua “idiozia” politica, le maschere che di volta in volta indossa diventano la chiave del suo successo. Il suo stile verbale rievoca il buffone della tradizione medievale, non rispettando niente e nessuno, e deridendo a più riprese le istituzioni. Con lui la pratica politica smarrisce ogni riferimento di senso, diventando una giravolta di annunci, minacce, promesse e intenzioni, in una parola “spettacolo”. Il suo linguaggio e le sue maniere rimandano ai personaggi della Commedia dell’arte: il politico Bossi si trasfigura nella maschera Bossi.


Come emerge da questo approccio etnografico, la Lega Nord non si limita a rappresentare le maschere più profonde dell’immaginario collettivo attraverso l’invenzione di un linguaggio tutto “suo”, ma ha campo libero per fare politica nel senso più classico del termine, cioè creando miti. La Lega si dimostra più gramsciana della sinistra, conquistando l’egemonia culturale e investendo in modo ramificato tutti i settori della società. La semplicità lessicale, popolare e dialettale agìta contro l’arroganza delle classi colte e urbane si trasforma nel suo contrario: l’arroganza della semplicità. Prefazione di Gad Lerner.”
Marco Colombo, 37 anni, quando ha saputo che la biblioteca lo aveva acquistato si è arrabbiato, e ha sgridato la funzionaria,come lui stesso racconta: “È vero, le ho urlato dietro esiste una commissione che sceglie i libri e non mi risulta che la scelta sia stata condivisa. E poi, diciamolo, la bibliotecaria è di sinistra. I soldi dei cittadini del mio Comune si devono spendere meglio. E se qualcuno proprio vuole leggere quel libro, lo può cercare nel sistema interbibliotecario provinciale, dove ce ne sono già due copie”.
Per evitare che il libro venga letto dal popolo, il premuroso sindaco ha trovato uno stratagemma “legalmente corretto” ovvero come lui stesso ha brillantemente spiegato: “ho ordinato all’assessore alla Cultura, Silvia Fantino, di prendere in prestito il volume. L’assessore lo dovrà restituire, ma io non mi arrendo, lo faremo prendere in prestito da un militante leghista ogni mese, a turno, così manifesteremo il nostro dissenso verso quell’acquisto. Alla fine lo farò ritirare. Naturalmente mi rendo conto che non posso vietare un libro, però posso chiedere alla biblioteca di prestare il consenso alla vendita definitiva, per toglierlo dagli scaffali. E l’acquirente sarà la sezione della Lega di Sesto Calende»

sabato 28 gennaio 2012

Nuova frontiera contro il cancro? Escozul: il farmaco antitumorale ottenuto dal veleno dello scorpione azzurro, a Cuba l'azienda Labiofam distribuisce il prodotto gratuitamente soltanto nell’isola

Scorpione azzurroCirca un mese fa la trasmissione televisiva “Le Iene”, mandava in onda un servizio su un farmaco antitumorale chiamato Escozul ottenuto da un mix di molecole fra cui anche quella del veleno dello scorpione azzurro (Escorpion Azul, nome scientifico rophalurus iunceus, da cui appunto deriva il nome del medicinale). A produrlo l’azienda cubana Labiofam che distribuisce il prodotto gratuitamente soltanto nell’isola caraibica.
La storia di questo farmaco affonda radici antichissime, infatti, già parecchi decenni fa, i medici cubani si accorsero che i contadini punti da questo scorpione guarivano da malattie quali l’artrite reumatoide; si scopriva quindi che il veleno di questo animale aveva delle proteine che erano capaci di fungere da antinfiammatorio. Approfondendo gli studi però si è andati ben oltre: si è infatti potuto osservare che, oltre a togliere le infiammazioni, il veleno aveva un effetto analgesico, un effetto immunoregolatore e soprattutto proprietà antitumorali.
Questo lo si è constatato quando, dopo una prima fase di sperimentazione sui topi a cui veniva iniettato questo veleno, si è osservata la guarigione di questi da alcune forme di tumore. Si è quindi pensato di utilizzare la molecola in questione per la messa a punto di un medicinale naturale che già da qualche anno viene utilizzato con successo a Cuba e al quale, attraverso il passaparola, molti italiani stanno decidendo di ricorrere. Alcuni oncologi italiani infatti iniziano già a prescrivere il medicinale in associazione alle terapie tradizionali quali la la chemioterpia, la radioterapia o l’ormonoterapia.
Nuova frontiera contro il cancro? Di certo è un po’ presto per dirlo in quanto non esistono ancora ricerche scientifiche ufficiali che comprovino l’efficacia di questo medicinale: la sperimentazione è infatti ferma alla fase 3, pertanto è necessario attendere la fase 4, quella che sancirà definitivamente le sue potenzialità. Inoltre a complicare le cose il fatto che la comunità medica cubana sia vista un po’ come corpo estraneo a livello internazionale dato il particolare status politico del Governo di Cuba, un dettaglio ovviamente non da poco e che non aiuta certo ad avere risposte quantomeno celeri sulla questione.
Pertanto al momento, considerata anche la delicatezza del tema, non ci si può ovviamente sbilanciare sul fatto se l’Escozul sia o meno efficace. A tal proposito comunque è utile sapere che sono stati aperti numerosi forum che monitorano continuamente la situazione e permettono di avere importanti aggiornamenti su tutte le cose utili da sapere sul farmaco. Ciò che invece si può al momento affermare con certezza è che dall’Italia molte persone stanno partendo per intraprendere il viaggio della speranza direzione Cuba per ottenere il farmaco (ricordiamo che l’Escozul non può essere spedito, ma è necessario recarsi a Cuba).
Intanto dallo Stato caraibico, date (a quanto sembra) le ottime percentuali di guarigione o comunque di blocco dell’avanzamento dei tumori, avvertono che a breve verrà avviata la sperimentazione per ricavare la molecola sintetica del farmaco. Concludo dicendo che la questione verrà seguita con attenzione anche da noi di SULLA MIA CATTIVA STRADA, nella speranza ovviamente si possa davvero aprire un nuovo efficace canale per la cura al cancro.

senza dire niente a nessuno il governo pensa bene di affidare le carceri ai privati

Mentre eravamo tutti intenti a preoccuparci di tassisti, crociere e forconi, guarda guarda cosa ti infilano nel decreto "liberalizzazioni" i nostri amici seduti al governo. Una ventina di righe all'articolo 44, mica niente di che, che ancora nessuno ha letto e di cui nessun giornale ha fatto ancora parola.
Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Si sa, le carceri son piene, mica vorremo un indulto al giorno con tutti i delinquenti che ci sono oggidì.
Leggetelo, lo trovate qui.


Non solo si permette ai privati costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che
al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'investimento, al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell'infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia.
Questo significa che la gestione carceraria, escluse le guardie, è affidata a privati imprenditori. Riuscite ad immaginare cosa significa ciò in Italia, con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli ed in special modo nell'edilizia? Che le carceri saranno gestite dai delinquenti. Quelli di serie A, naturalmente, perché quelli di serie B saranno il "prodotto", ovvero coloro su cui si farà business. Un tot a carcerato. E il carcere, naturalmente, dovrà essere sempre pieno altrimenti non conviene: non buttate più cartacce per terra, mi raccomando.
C'è dell'altro: Il concessionario nella propria offerta deve prevedere che le fondazioni di origine bancaria contribuiscano alla realizzazione delle infrastrutture di cui al comma 1, con il finanziamento di almeno il 20 per cento del costo di investimento.
In soldoni, è fatto obbligo di far partecipare le banche alla spartizione della torta. Torta di denaro pubblico, perché è sempre lo Stato che paga. A meno che non si voglia far lavorare a gratis i detenuti, in concorrenza con le aziende, e con il compenso intascato dall'"imprenditore carcerario". Funziona così, in USA. Siamo fiduciosi che, nel decreto "privatizzazioni", si privatizzerà anche il lavoro schiavo dei carcerati.
Io credo che un provvedimento del genere avrebbe meritato un dibattito pubblico in un "Paese normale". Che una simile cessione di democrazia, di controllo e di libertà da parte dello Stato dovrebbe essere ben conosciuta dai cittadini e dall'opinione pubblica, e non infilata di soppiatto tra gli articoli mentre il gregge è distratto a pensare ai taxi.

venerdì 27 gennaio 2012

che goduria vedere Emanuele Filiberto che spurga le fogne



Via gli abiti reali, il principe Emanuele Filiberto di Savoia si rimbocca le maniche in tv ne Il Principiante - Il lavoro nobilita, nuovo docu-reality su Cielo martedi 31 gennaio in cui è protagonista assoluto.

E' un principe sempre più uomo di spettacolo: dopo aver fatto se stesso in Vacanze di Natale a Cortina con Christian De Sica, a un anno circa dalla sua ultima apparizione in tv, ballerino a Ballando con le stelle e naufrago all'Isola dei famosi, mette da parte la sua condizione privilegiata e nobiliare e deve cercare un lavoro vero, come le persone comuni. E' lo stesso pubblico che ha fatto varie proposte, scegliendo in quale mestiere lo vorrebbe vedere cimentarsi.

E all'annuncio "AAA Principe volenteroso, versatile e di bella presenza, disposto a rimboccarsi le maniche, cerca un lavoro per provare la vita vera. Vuoi offrigli un'opportunità?", sono arrivate le proposte più bizzarre: pizzaiolo, macellaio, parrucchiere, carrozziere o lavori più curiosi come boscaiolo, corniciaio, assistente di un chirurgo estetico, parquettista, fino all'aiuto regista in un film porno. Qualcuno ha proposto persino di mandarlo in miniera!
Nelle puntate, in onda il martedì sera, sarà subito impegnato in una ditta di spurghi a Jesolo, mungerà mucche in Trentino, farà il toelettatore di cani a Milano e il muratore a Barletta. Farà il colloquio, un giorno di apprendistato e poi dovrà cavarsela da solo.

Nel programma si vedrà la doppia vita di Filiberto: quella reale fatta di ricevimenti esclusivi e jet set, e quella da comune mortale con le mansioni di ogni genere da eseguire. L'erede di casa Savoia figura anche tra gli ideatori del progetto e ne va orgoglioso in un periodo di crisi: "Il lavoro nobilita - ha detto - queste persone sono nobili perché principi si nasce, ma principianti si diventa... Con questo programma finalmente i miei possono essere orgogliosi di me".

Tagli miliardari, stretta sui ticket e bimbi non più dai pediatri ma in medicina con in grandi

Tagli miliardari, stretta sui ticket e bimbi non più dai pediatri ma in medicina con in grandi dai 7 anni in su. Entra nel vivo il confronto tra le Regioni sul nuovo Patto per la Salute 2013-2015. Ieri l'argomento è arrivato sul tavolo dei presidenti delle Regioni che ne hanno parlato in seduta «riservata». Di Patto per la Salute e del riparto del Fondo sanitario 2012, che ammonta a 108,780 miliardi di euro, si tornerà a parlare tra presidenti delle Regioni l'8 e il 9 febbraio. I governatori sono preoccupati: tra costo dell'inflazione e manovra «salva Italia» le risorse sono diminuite, tanto che le Regioni temono che i tagli, tra il 2011 e il 2014, possano raggiungere i 17 miliardi. Ci sono alcune bozze di lavoro. Sul fronte ticket le Regioni puntano ad applicare la scure: compartecipazione crescente al crescere della tariffa; compartecipazione differenziata per situazione economica; innalzamento da 65 a 70 anni del limite di età e riduzione, rispetto ai 36 mila euro attuali, del reddito familiare per le esenzioni. In tema di riorganizzazione della rete ospedaliera, i documenti ipotizzano di ridurre il numero di posti letto ospedalieri accreditati entro i 3.5 posti letto ogni 1.000 abitanti, comprensivi di 0,5 posti letto per la riabilitazione. C'è poi un capitolo riorganizzazione delle strutture. Si parla di riconversione di piccoli ospedali. C'è poi un tast che sta suscitando aspre polemiche: assegnare ai pediatri solo i bambini da 0 a 6 anni, trasferendo i piccoli dal settimo anno ai medici di medicina generale. La notizia suscitale ire della Federazione italiana medici pediatri, Il presidente Giuseppe Mele accusa: «È un attacco alla famiglia ed alla professione medico-pediatrica. È un progetto senza attenzione verso i cittadini. Si vuole smantellare il modello della pediatria italiana come assistenza primaria per i soggetti da 0 a 14 anni, un sistema apprezzato in tutto il mondo». I sindacati e le associazioni delle imprese cercano punti di contatto per tornare più forti al tavolo del confronto con il governo sulla riforma del mercato del Lavoro. Il rischio che il ministro Fornero spinga per soluzioni che potrebbe scontentare tutti - trapela dalle parti sociali - costringe a limare le diverse posizioni. Obiettivo che appare vicino su ammortizzatori sociali e flessibilità in entrata, mentre le distanze restano incolmabili quando ci si avvicina al terreno dell'articolo 18 sulla flessibilità in uscita. «Spero che la prossima settimana ci sarà l'incontro», ha detto la Fornero, ieri ricevuta da Monti, annunciando che entro qualche giorno sarà a punto il documento con le linee guida. I nodi sono quelli di una nuova architettura degli ammorizzatori sociali e il «pragmatismo» sull'articolo 18 invocato da Confindustria

domenica 22 gennaio 2012

Le liberalizzazioni fondamentali per noi consumatori, il governo vada avanti sulla via delle liberalizzazioni senza cedere ai ricatti delle lobby

Dalla vendita dei farmaci alla distribuzione del carburante, da taxi ad avvocati e notai, sino a interventi su elementi di garanzia per la tutela degli interessi dei consumatori come la class action e l'individuazione delle clausole vessatorie.il governo vada avanti sulla via delle liberalizzazioni senza cedere ai ricatti delle lobby.

Il decreto del Governo sulla concorrenza è per "Sulla mia cattiva strada" la ricetta per far ripartire l'Italia. Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo: "Le liberalizzazioni rimettono gli interessi dei consumatori al centro della politica economica del Governo. Incoraggiamo l'esecutivo a portarle a termine. L'aumento del potere d'acquisto per le famiglie è indispensabile per uscire dalla crisi. Aprire alla concorrenza e abbattere le posizioni di rendita è la strada per arrivarci". Per questo è importante che il governo vada avanti su questa strada senza cedere alle pressioni delle lobby.


 Professioni - notai e avvocati
Via tutte le tariffe professionali. Si stabilisce che la valutazione della correttezza delle parcelle debba attenersi semplicemente a un principio di equità, eliminando il diritto dell’associazione professionale di esprimere alcuna valutazione in materia.
Dalle inchieste di Altroconsumo sui notai, nel caso di rogito per la compravendita di un appartamento, se i professionisti allineassero le proprie tariffe a quelle più basse si avrebbe una riduzione dei costi per il consumatore fino al 30%, con un risparmio su una parcella di 2.000 euro anche di 600 euro.
Sul fronte avvocati, oggi una causa di separazione semplice costa mediamente intorno a 1.500 euro. Se le parcelle si allineassero verso i valori più bassi, scenderebbero intorno a 1.000 euro, con un risparmio di oltre il 30%.

Carburanti
Con l’assoluta autonomia commerciale dei gestori degli impianti di distribuzione rispetto ai produttori fornitori di carburante si potrebbe arrivare alle condizioni di prezzo praticate oggi dai distributori indipendenti (le pompe bianche o no-logo). Se ciò avvenisse oggi l’Italia risparmierebbe 567 milioni di euro per consumare i circa 10 milioni di tonnellate all’anno di benzina e quasi 2,5 miliardi di euro sui 25 milioni di tonnellate di gasolio. Un totale di oltre 3 miliardi di euro per il sistema Italia, equivalenti a circa 150 euro all’anno per famiglia.

Rc auto
Nel settore rc auto si introducono diverse novità studiate per combattere il fenomeno delle frodi, con auspicate ripercussioni sulle tariffe. Tra le novità principali la facoltà delle assicurazioni di proporre il risarcimento in forma specifica nel caso di danni alle cose, e cioè offrire non denaro, ma la riparazione. È prevista una riduzione di premio anche nel caso l’assicurato accetti di far installare una scatola nera sul proprio veicolo (l’importante è che sia tutelata la privacy dell’assicurato). Riduzione del premio anche se l’assicurato fa ispezionare il proprio veicolo prima di sottoscrivere la polizza. Allo scopo di incentivare la concorrenza, gli intermediari che offrono prodotti nel ramo rc auto devono informarlo, prima della sottoscrizione del contratto da parte del cliente, sulle tariffe e sulle condizioni contrattuali di almeno 3 diverse compagnie assicurative non appartenenti al medesimo gruppo, anche avvalendosi delle informazioni pubblicate dalle compagnie sui loro siti internet. Principio buono, ma c’è il rischio che gli intermediari presentino al consumatore solo delle tariffe meno convenienti rispetto a quella della loro polizza.
Per i danni al veicolo, vengono inoltre stabiliti termini precisi per la visita del perito.
In ultimo si propone in pratica di eliminare la procedura di indennizzo diretto del danno fisico subìto dal conducente responsabile. Provvedimento mirato a ridurre i premi della rca, anche se questo è da verificare.
Banche
Vengono dunque velocizzati i tempi per la definizione del conto base, interessante per chi non ha ancora avuto un conto corrente. L'accordo sul conto semplice che Banca d'Italia ha concluso con Abi e associazioni dei consumatori circa due anni fa sarebbe un buon punto di partenza.
Per quanto riguarda le assicurazioni legate ai mutui, il decreto afferma che se la banca condiziona il mutuo all'acquisto di una polizza vita, deve fornire al cliente almeno due preventivi di due diversi gruppi assicurativi.


Farmaci
Apertura di nuove farmacie, con una stima di 4000 in più. L’attuale pianta organica ne prevede una ogni 4500 abitanti mentre in futuro sarebbe una ogni 3000. Inoltre potranno essere aperte nuove farmacie negli aeroporti, alberghi, centri commerciali  e aree di servizio. Dunque maggiori possibilità di scegliere il punto vendita più comodo, più conveniente e che meglio può rispondere alle proprie necessità.
Le farmacie potranno svolgere la propria attività e i servizi medici aggiuntivi anche oltre gli orari e i turni di apertura e praticare sconti sui prezzi pagati direttamente dai clienti per i farmaci e i prodotti venduti, dandone adeguata comunicazione alla clientela. Questi sconti si applicano a tutti i medicinali a carico del cittadino (quindi oltre alla fascia C anche la A quando viene acquistata privatamente).
Inoltre il medico, nel prescrivere un farmaco che ha un generico, dovrà aggiungere la seguenti parole: “o farmaco equivalente se di minor prezzo”. Oppure specificare che non esiste il farmaco equivalente.
Questa manovra rappresenta un segnale concreto di liberalizzazione del mercato farmaceutico, anche se restano alcuni vincoli che potrebbero limitarne i vantaggi economici per i consumatori.

Class action
Le novità, tutte più che positive, rendono l'istituto della class action più percorribile. Le posizioni degli aderenti alla class action non devono più essere identiche ma omogenee.
Per attivare una class action non ci sarà più bisogno di un rapporto contrattuale diretto tra i consumatori e il fornitore del servizio o del prodotto.
Una volta che la class action è dichiarata ammissibile la finestra per l’adesione da parte dei consumatori interessati non sarà più ristretta al periodo di quattro mesi successivi all’ordinanza.
Il vaglio di ammissibilità delle class action in prima udienza diviene molto meno stringente di conseguenza sarà molto più facile ottenere in generale l’ammissione. L’appello sarà più veloce, la Corte d’Appello deve decidere entro 40 giorni dal reclamo. Si reintroduce la conciliazione sulla liquidazione del danno.

Clausole vessatorie
La disposizione inserisce un’ulteriore tutela amministrativa contro le clausole vessatorie inserite nei contratti tra professionisti e consumatori.

Vendite
Salta il provvedimento sulla liberalizzazione dei saldi, si disciplinano invece le vendite abbinate, ovvero quelle he dispongono che si ossa acquistare un prodotto solo se se ne acquista anche un altro).
Saltano i limiti per la vendita dei giornali, si sopprime il limite minimo di superficie per la vendita della stampa quotidiana e periodica da parte di esercizi commerciali e librerie.

Settore postale
Ridotti ancora  i servizi in esclusiva a Poste Italiane: questa volta tocca alle notifiche di atti giudiziari e multe.

Fornitura gas ed elettricità
Oggi Eni, principale operatore italiano nella vendita di gas, è anche proprietario della rete di metanodotti che collega l’Italia all’estero. Eni importa direttamente il gas, lo fa transitare nei suoi tubi, lo vende. Gli altri operatori che vogliono vendere gas devono per forza usare la rete di un loro concorrente. La separazione porterebbe maggiore concorrenza e, si spera, prezzi del gas più bassi.
Sempre a proposito di gas, le attuali regole che stabiliscono il prezzo del gas pagato dalle famiglie italiane sono obsolete. La proposta prevede l’adeguamento di tali regole, così che i consumatori italiani paghino il metano a un prezzo più simile a quello pagato dal resto d’Europa.
Per quanto riguarda l'elettricità, l’introduzione massiccia del fotovoltaico ha reso la rete elettrica costosa e non efficiente. Il governo promuove interventi rapidi per evitare che l’inefficienza si trasformi in costi troppo alti per i consumatori
Taxi
Finalmente si dovranno adeguare i livelli di offerta del servizio, delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze dei diversi contesti urbani. Dunque probabile aumento del numero di licenze, maggiore libertà negli orari di lavoro e nella fissazione delle tariffe, ferme restando le massime stabilite a tutela dei consumatori.


paghiamo da subito il finanziamento ai giornali in BOT, così la pianteranno di scrivere cazzate.

Propongo che da subito il finanziamento ai giornali sia pagato in BOT, così la pianteranno di scrivere cazzate. E non solo, anche il finanziamento ai partiti va pagato in BOT e pure lo stipendio ai parlamentari, ai consiglieri regionali e ai ministri, fino allo stesso Napolitano. Perché fermarsi qui? Tutti i vitalizi di senatori e deputati, a iniziare da Amato e Veltroni passando per Scalfari, siano onorati in BOT e ogni cartella di Equitalia sia in futuro saldata in BOT. Ho un debito con te? Ti dò un altro debito! Chi è in asfissia di liquidità e riceve in cambio del credito con lo Stato un debito dello Stato può solo vendere, ma i Bot valgono meno del loro valore nominale, anche il 20-25%. Il debito ha sostituito la moneta. Ci stiamo trasformando in un Paese di accattoni. Pagherò l'elettricista con il debito che ho con l'idraulico. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Le imprese stanno morendo. Si sta fermando il cuore della Nazione. Quello che pompa sangue e reddito al Paese. Lo Stato deve alle aziende 70 miliardi di euro. Soldi che significano la vita o la morte per migliaia di imprese e famiglie buttate in mezzo a una strada. I becchini Monti&Passera, invece del massaggio cardiaco, hanno preparato per loro un'iniezione letale: i BOT. Salderanno il debito statale con debito pubblico. E' come pagare il conto al ristorante con le figurine Panini (con tutto il rispetto per il glorioso album), scambiarsi la cacca con la pupù. Le imprese potranno a loro volta pagare i dipendenti con una modica quantità di BOT e questi pagare l'affitto, il benzinaio, le bollette della luce e del gas con qualche titolo pubblico.
E' una presa per il culo così abnorme che sembra una storia tratta da Topolino, ma non per i giornalisti schierati con il Sistema senzaseesenzama. Sentite qua, da Repubblica di oggi: "Tra le novità dell'ultima ora si segnala anche la possibilità che il corposo debito pubblico della PA con le imprese - circa 70 miliardi di euro - sia erogato in titoli di Stato, per dare fiato alle imprese strozzate dal credit crunch, la stretta creditizia".

venerdì 20 gennaio 2012

Movimento dei Forconi: forza nuova? una fesseria!!!

Invece di farci obnubilare dagli spauracchi, usiamo un po' di buonsenso. Forza Nuova ha sempre contato come il due di picche: e ora organizza insurrezioni generali?
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Non dovrei tornare su questa vicenda, mi sembra tanto di rimestare in un paiolo di fango, un po' come se mi mettessi a disquisire della moldava di Schettino.
Ma le rivolte sono parte inscindibile di ogni crisi. Ce ne sono e ce ne saranno sempre di più, per questo credo che dovremmo imparare in fretta a capire quando veniamo manipolati, e se i vari riots meritino o meno il nostro appoggio.
Dal giorno 1 della rivolta dei Forconi, la Rete è stata inondata di articoli che lanciano l'allarme "Forza Nuova". Secondo i latori di codeste notizie (tutti di una certa area, peraltro), il movimento dei Forconi sarebbe diretto e comandato dai noti fascistoni forzanuovisti, e per questo meritevole di disgusto generale e dissociazione immediata.
Non mi spingo al complottismo, al chiedermi perché certe frange organiche alla nostra pietosa sinistra si affrettino tanto a disprezzare un movimento popolare di agricoltori, pastori, camionisti che sta protestando in piazza. Solo al pensiero inorridisco, e quindi evito.
Ma mi domando se può esserci qualcosa di vero?
Forza Nuova avrebbe la capacità di mobilitare la più grande regione italiana; di portare decine di migliaia di persone in piazza, sulle autostrade, nei porti, nelle campagne più sperdute; avrebbe la forza di mantenerle in strada notte e giorno, di far poi chiudere i negozi, di svuotare i supermercati, di bloccare caselli e imbarchi, di fermare le forniture di benzina; nonché di estendere la protesta alle regioni limitrofe (Calabria e Sardegna).
E allora mi chiedo: come mai, da anni, a tutte le manifestazioni di FN ci vanno in 12 gatti?
C'è da licenziare subito, inoltre, tutti i dirigenti della Digos. Ma come, in Italia c'è una forza politica, per giunta fascista, per giunta rivoltosa, con un potenziale rivoluzionario del genere e nessuno ne ha saputo mai nulla? Tutti girati dall'altra parte, mentre Forza Nuova si infiltrava nei gangli vitali del Paese e si garantiva un appoggio popolare nell'ordine dei milioni? Grillo a confronto è un nessuno.
Non so se vi rendete conto di quanto sia ridicolo tutto ciò. Di che razza di buffonata si stia mettendo su, approfittando del fatto che sventolando lo spauracchio la nostra mente si obnubila all'istante e depone il più elementare buonsenso. Non solo: imbastendo una tale montatura si insinua implicitamente, persino, che Forza Nuova sarebbe riuscita là dove la sinistra ha miseramente fallito, ovvero nell'incarnare la protesta popolare in un drammatico momento di crisi. Siamo certi che alla sinistra convenga, fare tutta questa (immeritata) pubblicità a fantomatici potentissimi fascisti? Non ci fa una bella figura.
Per concludere, chissà quanti destrorsi ci sono tra i Forconi. I camionisti, si sa, non sono esattamente il Che Guevara. Ma le adesioni continuano ad arrivare oltre che dai centri sociali, anche dai comunisti. Io mi preoccuperei di questo, che si tratta di una rivolta che viene da uno stato di fatto e che non ha colore, in cui destri e sinistri depongono le armi per badare al sodo dell'emergenza.
Ma forse è appunto proprio questo che preoccupa tanto.
(E per coloro che si chiedono: "Si, ma dov'erano i Forconi quando c'erano Cuffaro e compagnia cantante?", la risposta è semplice. Erano dove stavamo noi: sul divano.)

mercoledì 18 gennaio 2012

da bambino mi divertivo a mangiare la neve e ora:ALLARME ARRIVA VLA NEVE «CHIMICA». La colpa è dello smog


Fiocchi in Val Padana, combinazione tra forte inquinamento e vento dalla Russia. fenomeno raro

 I venti gelidi scesi dalla Russia non si sono limitati ad abbassare la temperatura in modo improvviso e a livelli inusitati. Purtroppo, incontrando il ricco inquinamento dell'aria nella Val Padana, si sono combinati con un effetto vistoso generando una «neve chimica». Gli strani fiocchi sono caduti lungo un arco geografico che ha abbracciato l'area milanese, la zona bresciana e pure gli orizzonti del Veronese.
«Il fenomeno è abbastanza raro ma, come si vede, possibile - spiega Vincenzo Levizzani dell'Isaac, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr -. A provocarlo sono delle sostanze prodotte dall'inquinamento industriale come il solfuro di rame, l'ossido di rame, gli ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio e i silicati. Queste particelle hanno una struttura simile a quella dei cristalli di ghiaccio esagonali e quindi funzionano bene da inneschi dei fiocchi di neve».
Bassa temperatura e abbondante umidità sono i requisiti di base perché ciò accada. Tutto inizia ad un'altezza di circa un chilometro dove la temperatura è intorno ai 15 gradi sotto zero. Essendo poi bassa anche al suolo, i cristalli si mantengono integri. Se invece fosse sopra lo zero si scioglierebbero.
«Per fortuna - sottolinea Levizzani - questo tipo di nevicate in genere non possono durare a lungo per la semplice ragione che esaurite le particelle inquinanti cessa anche la nevicata. Tuttavia è l'inequivocabile segnale di una situazione ambientale grave con livelli che richiederebbero degli interventi decisivi per porvi rimedio». Celebri sono ormai le immagini raccolte dai satelliti dell'Agenzia spaziale europea Esa che mostrano il catino dei veleni della Val Padana, uno dei più significativi a livello planetario.
La situazione climatica certo non aiuta e le temperature registrate sono decisamente basse: dai meno nove gradi a Malpensa, ai meno otto a Torino, meno sette a Bolzano e meno sei gradi a Firenze e Arezzo. Ma le previsioni per i prossimi giorni non offrono miglioramenti. Anzi. Un nuovo vortice freddo scenderà dalle regioni del Nord Europa portando ulteriori e raggelanti brividi.
«Dopo una pausa giovedì - nota Vincenzo Levizzani - ci sarà una ripresa del freddo con dei picchi sulle Alpi e lungo le vallate degli Appennini che sfioreranno anche i meno 10 e meno 15 gradi centigradi. Il fine settimana, dunque, sarà di nuovo sotto il segno di un freddo inverno».
Inoltre, in Val Padana dove la nebbia sembra destinata a rimanere, pure durante il giorno si dovrà affrontare il gelo. I valori che si registrano sono giudicati fuori norma; cioè quattro gradi meno delle medie stagionali. Di notte a Potenza si arriverà a meno sei gradi, e meno quattro a Cosenza. Grazie alla prossima ondata gelida dal Nord si potranno verificare delle nevicate nelle regioni settentrionali: questa volta, però, i cristalli nevosi saranno veri, non chimici.

Un anno in meno a scuola? Le ragioni del sì e quelle del no.

Un anno in meno a scuola? Le ragioni del sì e quelle del no.

Ha provocato un vespaio il semplice accenno del sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria all’eventualità di riforma del ciclo d’istruzione, cioè la proposta di diminuirlo di un anno. Attualmente è di 13 anni : i ragazzi rimangono 5 anni alle elementari, cioè la scuola primaria, 3 anni alla scuola media, cioè secondaria di primo grado, 5 anni alle superiori, secondaria di secondo grado. La proposta è di ridurlo di un anno agendo alle medie o alle superiori. Come del resto già avviene in tanti paesi europei, dalla Francia alla Germania, dove la scuola dura meno eppure i profitti dei ragazzi, come testimoniano ricerche nazionali e internazionali, sono di gran lunga preferibili a quelli italiani, per cui la minore durata del ciclo non inficia i livelli cognitivi di quei ragazzi che vengono immessi nel mondo del lavoro o in quello universitario con un anno di vantaggio. La proposta è accompagnata dall’ipotesi di innalzamento dell’obbligo scolastico : dagli attuali 15 anni (prima della Gelmini era di 16 anni: è stato diminuito a 15) ai 18.

Le ragioni del no:

- Si toglie ai ragazzi un anno di istruzione? Non è possibile. Non va nel verso della qualità dell’istruzione tanto invocata in questi ultimi anni di “persecuzione gelminiana” – E conseguentemente si taglia l’organico necessario ad effettuarlo con conseguente perdita di posti di lavoro? Assolutamente no.

 - I ragazzi che non abbandonano più la scuola, causa obbligo scolastico, che fanno? Vanno ad aumentare il rapporto docente alunno perpetrando il fenomeno deleterio delle classi pollaio? E dunque aumentando il caos attuale invece di risolverlo?

Le ragioni del sì:

- Allinearsi ai coetanei europei che anticipano di un anno laurea o lavoro è una richiesta che arriva dal mondo spesso inascoltato dei ragazzi – Aumentare l’obbligo scolastico vuol dire “obbligarli” al diploma. Tutti. Non solo i “fortunati”. Oggi la dispersione è massima proprio in coincidenza del raggiungimento dell’età dell’obbligo cioè 15 anni, cioè dal primo al secondo anno delle superiori. Gli abbandoni riguardano soprattutto istituti tecnici o professionali, spesso “settati” in bienni e trienni proprio in virtù degli abbandoni, con conseguente divisione in istruzione di serie A , quella liceale, e formazione di serie B, (tanto la maggior parte poi abbandonano) quella tecnico-professionale. Obbligare tutti al diploma livella le distanze, le differenze di qualità dell’istruzione, non solo tra diplomati e non diplomati, ma anche tra licei e istituti tecnico-professionali. Perché un operaio specializzato, un cuoco, un informatico… non deve avere una ottima istruzione, anche nelle competenze e conoscenze generali, se il fine della scuola non è creare forza lavoro ma favorire “l’effettivo sviluppo della persona umana” e crescere i cittadini?

- Favorire per una volta i più deboli nell’ottica del dare di più a chi ha di meno di Donmilaniana memoria, direi attuale. Nelle aree depresse del paese, meridione e periferie delle metropoli, la dispersione raggiunge il 27% (e si concentra negli istitui tecnico-professionali di cui sopra). Non è possibile. Si deve combattere per motivi etici prima che economico-sociali. L’obbligo scolastico ha avuto il compito di abbattere la dispersione alle elementari e alle medie, così sarebbe alle superiori.

- Innalzando l’obbligo aumenterebbero di conseguenza gli alunni a scuola e dunque la necessità di organici e dunque, con facili calcoli, ne deriva che i due provvedimenti presi insieme non varierebbero l’attuale “parco” organico

martedì 17 gennaio 2012

I giovani sono i nuovi schiavi

Uno su tre è disoccupato, gli altri due lavorano senza previdenza, senza diritti, in imprese con tassi di mortalità elevatissimi e costrette a una competizione pazzesca. Mentre sono del tutto ignorati dalla politica. E' a loro, oggi, che bisogna guardare

Sulle trasformazioni dell'organizzazione e della composizione del lavoro e sulla fine dell'epoca "fordista" circolano da decenni biblioteche di studi, che più o meno ormai si ripetono, usque ad nauseam. Non occorre essere esperti per capire che l'eroico tempo della grande concentrazione operaia e industriale, dei grandi conflitti tra capitale e lavoro, è tramontata per sempre. almeno da noi (risorgerà, chissà in quali forme, in India, in Cina?): basta avere occhi e girare per le nostre metropoli.

Quel tempo è diventato archeologia. Ma l'inerzia delle organizzazioni sindacali e politiche è pari soltanto a quella delle nostre lingue: le loro strategie mutano con fatica e lentezza anche maggiori. Tutto l'attuale dibattito in materia di occupazione e diritti del lavoro ha l'aria di un nostalgico revival tra vecchie destre e vecchie sinistre. Forse che gli articoli 18 hanno impedito licenziamenti di massa in questi anni, o possono frenare, non dico arrestare, i mutamenti del processo produttivo, della composizione dell'occupazione, la delocalizzazione? E, altra faccia della stessa medaglia fuori corso, le apologie più o meno mascherate su flessibilità, mobilità, ecc. Forse che è sufficiente la disponibilità sindacale su tali materie perché si decida di investire? Come se tale disponibilità non si manifestasse già, piena, a volte anche troppo, nella realtà dei rapporti di lavoro. Forse che investire, oggi, significa automaticamente aumentare la domanda di lavoro?

E mentre ci si balocca a difendere trincee sulle quali il "nemico" è già passato coi carri armati, tutta una generazione aspetta di essere riconosciuta nei suoi nuovi, specifici problemi e, magari, di organizzarsi. Come lavora quel 60 per cento di giovani "fortunati" che un lavoro ce l'hanno? Inventandoselo, nella maggior parte dei casi. Lavoro nelle maglie della piccola o piccolissima impresa; lavoro autonomo di servizio, anche ad alta intensità di "conoscenza"; free lance di ogni tipo. Quel poco di occupazione che si crea, si crea fuori o ai margini dei settori tradizionali. Vuol dire più autonomia e "libertà"? Non scherziamo.

Nella maggioranza dei casi, queste nuove imprese, di dimensioni quasi individuali, senza alcun sostegno finanziario, con tassi di mortalità elevatissimi, erogano un lavoro ancor più dipendente di quello salariato di una volta. Non solo perché "servono" a imprese pubbliche o private più strutturate e politicamente e sindacalmente più influenti, non solo perché ne sono in larga misura l'effetto del processo di "esternalizzazione", ma perché costrette a una competizione "mortale" tra loro per ottenere commesse, che si vedono poi pagate con ritardi insostenibili. Mille volte peggio che precari! E ciò che fa schifo è appunto questo: che il lavoro giovane, che aspira certamente a essere autonomo, che è certamente più ricco culturalmente di quello antico, debba pregare per farsi riconoscere, per potersi sviluppare. Che il futuro, bello o brutto che sia, debba stare al servizio del passato: questo condanna un paese, una nazione, una civiltà.

Quanti giovani lavorano "dispersi" in questa galassia? Senza alcun sostegno dal sistema bancario, ignorati dalla cosiddetta politica. Senza garanzia previdenziale. Con sussidi di disoccupazione, tra un periodo di lavoro e l'altro, che sono i più bassi di Europa. E non certo di semplici "ammortizzatori" vi sarebbe bisogno ma di una politica del lavoro capace di strutturare queste nuove forme di impresa, di puntare sulla loro crescita. O pensiamo di poter aumentare l'occupazione nel lavoro pubblico dipendente a tempo indeterminato? Una politica attiva del lavoro è oggi pensabile soltanto come tutela, sostegno strategico, organizzazione sindacale delle nuove professionalità che, al di là dei vecchi ordini e del loro decrepito corporativismo, si vanno formando nella "rete" dei servizi alle imprese globali, nell'informazione, nella cultura (patrimoni artistici, paesaggistici, turismo). Sarebbe ora di metter mano all'aratro e cessare di volgere indietro lo sguardo.

lunedì 16 gennaio 2012

le ultime statistiche fiscali pubblicate dal ministero dell'Economia Tassisti e orafi, redditi sotto i 16 mila euro meno di operai:

Gli esercenti degli stabilimenti balneari hanno un reddito medio annuo pari a 13.600 euro, i baristi di 15.800 euro

MILANO - I tassisti hanno un reddito medio annuo di impresa di 14.200 euro, gli esercenti degli stabilimenti balneari 13.600, i baristi 15.800, gli orafi 12.300. È quanto risulta dalle ultime statistiche fiscali sugli studi di settore pubblicate dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. Le dichiarazioni sono relative ai redditi dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese che fanno riferimento agli studi di settore dell'anno di imposta 2009. Nel lungo elenco figurano chiaramente molte delle categorie ora al centro dell'attenzione per l'atteso provvedimento sulle liberalizzazioni.

MENO DI OPERAI E IMPIEGATI - Dai dati emerge una lunga schiera di autonomi e professionisti che dichiara meno di operai e impiegati. Tra coloro che vendono le barche, per esempio, il reddito medio di impresa o di lavoro autonomo è di 14.400 euro l'anno. I pasticceri se la passano meglio con 19mila euro di reddito. Per gli istituti di bellezza il reddito medio è di appena 5.300 euro l'anno. Accanto alla casella degli esercizi alberghieri e affittacamere appare un reddito di soli 11.900 euro, mentre tintorie lavanderie avrebbero - almeno secondo quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi - un giro d'affari mediamente pari a 8.800 euro. Giro d'affari sotto i 18mila euro anche per i giocattolai (11.900 euro l'anno), gli autosaloni (12mila euro), i giornalai, appunto a 18mila. I fiorai hanno un reddito di impresa poco superiore ai 12.000 euro l'anno e non cambia molto se hanno il negozio (12.600 euro) e se vendono fiori e piante sulla bancarella (12.300 euro). Tra i professionisti - anche loro al centro del provvedimento sulle liberalizzazioni - si registrano redditi di impresa mediamente più alti: per gli avvocati 58.200 euro l'anno, per gli architetti 30.500, per gli studi medici 68.300.

COSTA CONCORDIA, salgono a 6 le vittime, VIDEO AMATORIALE DA DENTRO LA NAVE: I NAUFRAGHI URLANO E PREGANO

Un' altra brutta notizia è arrivata da Porto Santo Stefano. I vigili del fuoco, che continuano a lavorare senza  tregua per tentare si salvare più persone possibili, hanno rinvenuto stanotte, all'interno del ponte 2, il cadavere di un'altra persona. L'uomo - un passeggero - aveva indosso un salvagente e il locale non era invaso dall'acqua. La pancia della Costa Concordia continua quindi a sputare corpi morti. A poco più di 48 ore dalla tragedia sale a 6 il numero dei deceduti. Il bilancio delle vittime, purtroppo, pare sia destinato a salire dato che i dispersi sono ufficialmente ancora 16.
Due uomini osservano la Costa Concordia, arenata sulla coste dell'isola di GiglioLa Costa Concordia è naufragata vicino le coste dell'Isola di Giglio dopo aver impattato uno scoglio intorno alle 21 e 45 del 14 gennaio, a 100 anni esatti dalla tragedia del Titanic. Nel frattempo la scatola nera della nave è stata rinvenuta e sta già parlando. La Concordia avrebbe attraversato un tratto di mare a soli 150 metri dalle coste dell'Isola di Giglio in un punto dove non sarebbe mai dovuta passare. L'allarme, inoltre, sarebbe scattato solo un'ora dopo l'impatto che ha causato la sciagura. Costa Crociere ha difeso il suo nome e quello del suo comandante, Francesco Schettino, affermando che quest'ultimo aveva superato tutti i controlli di idoneità e che l'equipaggio era stato preparato ad eventuali emergenze. Le testimonianze dei sopravvissuti dicono tutt'altro : caos a bordo, false informazioni comunicate dagli altoparlanti, mancanza di preparazione da parte del personale di bordo.



Il comandante della nave Francesco Schettino è stato trattenuto nel carcere di Grosseto per paura che questo possa darsi alla fuga e insabbiare le prove. Schettino è accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave. Il comandante avrebbe infatti lasciato la Concordia molto prima che tutti i passeggeri
fossero stati evacuati.

domenica 15 gennaio 2012

video di una morte in diretta da lapidazione Attenzione immagini crudeli della brutalita umana

Il video qui sotto riprende una morte in diretta da lapidazione 
Attenzione perchè sono le immagini più crudeli e schifose che abbia mai visto.
Se non avete uno stomaco forte NON GUARDATELO !!!!
Fortunatamente la scarsa qualità mitiga l'orrore...se così si puo' dire...

Questo video VUOLE ILLUSTRARE al MONDO INTERO L'Orrore Della Tirannia Umana, che Si esercita ancora Oggi nel 21° Secolo in alcune parti del mondo, con una FEROCIA BRUTALE e DISUMANA!




Le immagini del video consegnato da un gruppo della Resistenza Iraniana ai Radicali italiani, della durata di 10 minuti, fanno vedere una doppia lapidazione per adulterio - avvenuta negli anni '90 (ma nulla, soprattutto nelle zone rurali dell'Iran, è ancora cambiato, purtroppo) - preceduta in un caso anche da una fustigazione di uno dei due condannati a morte. Nel video si vedono poi funzionari trasportare sul luogo dell'esecuzione un carico di pietre, mentre i due condannati avvolti in un sudario bianco vengono interrati fino alla vita. Davanti a una folla urlante, i funzionari incaricati e anche semplici cittadini disposti in cerchio effettuano la lapidazione che dura alcuni minuti, fino al momento in cui il sudario bianco si tinge di rosso e i corpi dei lapidati non danno più segni di vita

kiev, si prepara per gli europei di calcio Ucraina Polonia 2012 e fa strage di cani randagi bruciandoli in forni crematori mobili,







 La macabra iniziativa adottata da Kiev, dove le autorità hanno deciso di "ripulire" le strade dai cani randagi in vista degli europei di calcio del 2012 che si giocheranno in Polonia e Ucraina. I cani verranno cremati all'istante in forni crematori mobili dopo essere stati avvelenati con un veleno per topi.

Contro l'aberrante decisione, che sta sollevando molte polemiche, sono insorti associazioni ed animalisti che hanno inviato richiesta di spiegazioni al comune di Kiev, ma l'amministrazione si è fino ad ora trincerata dietro un no comment.



massacrati i randagi in ucraina e poi bruciati in forni crematori mobili
La storia che vado a raccontarvi sembra inventata, ma è tragicamente, maledettamente vera. In Ucraina hanno pensato bene di ammazzare i cani randagi e di bruciarli poi in forni crematori mobili. Il massacro è stato messo in atto in previsione degli Europei di calcio Polonia Ucraina del 2012.
Un mese fa, a settembre Michel Platin presidente UEFA è stato in Ucraina per constatare l’avanzamento dei lavori concordati, che hanno riguardato ampliamento o costruzione di aeroporti e stadi. Nel contempo è stata decisa una drastica campagna contro i cani randagi. A Lysychansk nell’est del Paese peima li avvelenano e poi li bruciano in forni crematori mobili. Non è confermato, ma accadrebbe anche in altre città inclusa la capitale Kiev.
Il sistema è stato ampiamente denunciato dagli animalisti locali e alcuni residenti hanno fatto notare che in alcune circostanze gli animali siano stati bruciati anche vivi. Spiega Oleg Andros militante per i diritti animali:
Gli abitanti credono che alcuni cani siano stati gettati nel forno crematorio mentre erano ancora vivi. Non abbiamo alcuna prova che non sia stato usato del veleno per ammazzarli prima e non possiamo affermalo dunque con certezza.

Gianico dice no al trattamento dell'amianto in ValleCamonica

La ditta cuocerebbe l'asbesto a 1300 gradi: tecnica sperimentale che per sindaco e cittadini non dà garanzie

Il consiglio comunale di Gianico, all'unanimità, ha detto no
Smaltimento amiantoSmaltimento amianto
all'impianto di trattamento per amianto che le Ferriere Scabi, una società di Berzo Inferiore, intendono realizzare nell'area industriale del paese. Giovedì sera i consiglieri hanno esaminato tutti i documenti relativi al progetto e hanno valutato che la proposta è troppo rischiosa per un territorio come quello della valle Camonica e del Sebino: emissioni in atmosfera, contaminazione della falda acquifera, traffico sulle strade sono eventualità che la comunità di Gianico vuole evitare. «La proposta delle Ferriere Scabi -spiega il sindaco Mario Pendoli - prevede la realizzazione di un impianto in grado di lavorare ogni anno 73-74 mila tonnellate di amianto e di ridurlo a 54-55 mila tonnellate di materiale inerte. È una lavorazione che non ha eguali in Italia e non ci sembra il caso di portarla in una valle alpina con una notevole propensione al turismo». Eppure la regione Lombardia si è posta come obiettivo quello di eliminare tutto l'amianto dagli edifici pubblici e privati: si calcola ci siano 500 mila metri cubi di amianto in provincia di Brescia e 4 milioni in tutta la regione. Da qualche parte dovranno pure andare: o nelle discariche, ma tra qualche anno avranno forse bisogno di essere a loro volta messe in sicurezza, oppure in Germania, pagando costi di smaltimento elevati. Ecco perché il Pirellone spinge per soluzioni alternative e innovative come quella della Ferriere Scabi che, in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio Emilia, hanno brevettato un impianto che «cuoce» le lastre di amianto in un forno che raggiunge i 1.300 gradi riducendo le fibre nocive a materiale inerte pronto per essere riciclato. «Ma il problema dello smaltimento dell'amianto - riflette Pier Luigi Mottinelli, consigliere provinciale del Pd - non può essere lasciato a singole iniziative imprenditoriali: serve un coordinamento preciso della regione». Proprio al Pirellone giovedì si riunirà la prima conferenza dei servizi: valuterà le osservazioni del consiglio comunale di Gianico e pure firme che da oggi il comitato noamianto in vallecamonica e Legambiente raccoglieranno in tutta la valle.

sabato 14 gennaio 2012

video shock, pulcini macinati vivi

Alla Hy-Line International, azienda di allevamento di galline da uova, vengono tritati vivi 150mila pulcini maschi. Le associazioni animaliste hanno denunciato l'azienza per crudeltà contro gli animali.

venerdì 13 gennaio 2012

[Video Inchieste] Le Torture ai Bambini Atleti Cinesi, GUARDATE QUESTO VIDEO.....

Smorfie di dolore, lacrime, pianti disperati. Sono le immagini dei baby ginnasti cinesi colti durante gli allenamenti. Piccoli di non più di 4-5 anni sottoposti a vere torture pur di raggiungere le performance richieste dai loro istruttori-carnefici.


E quando l'esercizio non riesce come lo standard richiede, piovono strattoni, calci, pugni sui corpicini già deformati nella muscolatura e nella mente. Il tutto nella totale sottomissione, senza un briciolo di ribellione da parte di bimbi che forse sono già affetti dalla sindrome di Stoccolma: l'attaccamento al proprio carnefice.

Video shock - Soldati Usa urinano su cadaveri afgani



Un fermo immagine tratto dal video choc
si teme una nuova Abu Ghraib.

Il Pentagono: subito a processo

Un video che ritrae quattro marines americani mentre orinano scherzando sui cadaveri di tre taleban nell’Afghanistan meridionale ha fatto in poche ore il giro del mondo suscitando unanime disapprovazione e condanna a Kabul e a Washington, e la promessa da parte delle autorità militari statunitensi di una punizione esemplare per i colpevoli.

Il documento, ripreso probabilmente con un telefono cellulare, è stato caricato su YouTube da un utente, forse un altro militare del gruppo in posizione di dissenso, con il nome di "SemperfiLoneVoice", in chiaro riferimento al motto dei Marines "Semper fidelis" spesso abbreviato in "Semperfi". Dopo averlo lasciato in visione per qualche tempo lo sconosciuto ha ritirato il video e chiuso il suo conto nel popolare social network, sicuro che comunque sarebbe stato copiato da altri, come in effetti è avvenuto.


Secondo gli esperti i quattro, che sorridono soddisfatti mentre «si liberano» e dicono frasi come «buona giornata amico!» e «ecco la pioggia d’oro!», appartengono al 3/o Battaglione, 2/o Marines, distaccato nella base di Camp Lejeune nel sud-ovest del paese, e avrebbero lasciato l’Afghanistan nell’agosto 2011. Secondo la stampa Usa, due di loro sarebbero stato identificati, e potrebbero aver lasciato il Corpo nel frattempo. La prima chiara condanna è giunta direttamente dal quartier generale dei Marine, dove un portavoce ha dichiarato che simili atti «non sono conformi con i nostri valori fondamentali», nè «sono propri del carattere dei Marines del nostro Corpo». Il Capo del Pentagono, Leon Panetta, è stato particolarmente duro, definendo l’accaduto «totalmente deplorevole», ordinando una inchiesta approfondita e chiedendo «una punizione esemplare» per i responsabili.

giovedì 12 gennaio 2012

Un gol segnato, e De Sanctis, invece di esultare, scuote la testa: e il video diventa un caso



Un gol segnato, e il portiere, invece di esultare, scuote la testa. E’ un caso, sul web, il filmato di Napoli-Lecce, la sfida dello scorso dicembre finita 4-2 per i napoletani. Nel mirino dei tifosi, scatenati su Facebook, c’è l’atteggiamento del portiere De Sanctis: dopo la rete del suo compagno Cavani, il numero 12 della Nazionale scuote la testa contrariato. Dietro di lui, Cristiano Lucarelli sorride: «Mancano ancora sette o otto minuti». E’ l’atmosfera al veleno del calcioscommesse che innesca la polemica: un filmato di un mese fa torna a girare vorticoso su YouTube.

Intervistato da Sky Sport24 De Sanctis ha respinto le accuse: «L’ho potuto vedere solo mezz’ora fa - ha detto il portiere - attenti alla caccia alle streghe. Non c’è nulla di strano, il mio era solo un gesto di liberazione, perchè venivamo da tre pari consecutivi, l’ultimo dei quali un 3-3 rocambolesco con la Juve. Con il Lecce eravamo andati sul 3-0, poi loro avevano accorciato le distanze e rischiato di raddoppiare. Chi mi conosce sa che esulto solo negli spogliatoi». De Sanctis ha concluso con un invito: «Chi ha messo quel video su YouTube venga a Castelvolturno a farmi le stesse domande che ha postato con il video. Risolverò i suoi dubbi, di fronti ai media»

L'UNIONE EUROPEA VUOLE IMPORRE LA SMILITARIZZAZIONE DELLA QUARTA FORZA ARMATA E L'ACCORPAMENTO DEI CARABINIERI ALLA POLIZIA DI STATO. CHE C'ENTRI QUALCOSA EUROGENDFOR, LA POLIZIA EUROPEA CON POTERI ILLIMITATI? . IL SITO DEI CARABINIERI CI INFORMA DEL DOLOROSO SCIOGLIMENTO.

Il caso ha voluto che proprio ieri ho deciso di inserire l'Eurogendfor tra gli argomenti in primo piano. Sentivo che a breve avrei letto una notizia come quella che mi accingo a darvi. Ebbene cari lettori di Free Italy, in un futuro non molto lontano l'Arma dei Carabinieri non esisterà più. È destinata allo scioglimento. Senza se e senza ma. Accadrà perché così hanno deciso e così deve essere. Accadrà perché il piano dei poteri forti è proprio questo: sostituire le forze di polizie nazionali, sottoposte al controllo degli stati e dei loro Parlamenti,con una forza i polizia sovranazionale, l'Eurogendfor,con poteri illimitati e totalmente sciolta dal controllo di organi democraticamente eletti.
A dare la notizia sono proprio loro,i carabinieri.Se ne trova notizia nel sito Carabinieri-Unione.it dove viene comunicata con sconcerto e velata tristezza:

Sembrerebbe una bufala attendibile quanto la profezia dei Maya, invece è vero. L’Arma dei carabinieri in un futuro più o meno prossimo, ma certamente non remoto, è destinata ad un inevitabile scioglimento: Benemerita addio, è solo questione di tempo e di trattative politiche.
Chissà a quanti di voi verrà un groppo in gola pensando al gruppo leggendario Crimor, appartenente al Ros, protagonista dell’arresto del capo dei capi, Totò Riina, capitanato da Ultimo, o alle investigazioni scientifiche del Ris agli ordini del colonnello, ora generale in congedo, Luciano Garofalo, per non parlare del delizioso ‘I racconti del maresciallo’ di Mario Soldati. E chissà quale sarà mai l'animo chi dell'Arma ha fatto la storia o semplicemente ne ha fatto o ne fa parte.
L'Unione Europea comanda e noi da bravi cagnolini dei poteri forti rispondiamo con un cenno d'assenso. È successo quando abbiamo firmato il Trattato di Mastricht e di Lisbona, iniziando a cedere importanti pezzi di sovranità monetaria. È successo qualche mese fa con Monti e Papedemos, premier scuola Goldman Sachs giunti al governo di Italia e Grecia sotto la pressione della Bce e dell'Ue. E sta succedendo anche coi Carabinieri. E quindi giù con un bel colpo di spugna sui militari caduti in servizio. E giù con un bel colpo di spugna sulla figura tranquillizzante e familiare del maresciallo di paese. Un colpo di spugna sui militari caduti in servizio, ma pure sulla figura paciosa e tranquillizzate del maresciallo di paese, un po' buon padre di famiglia, un po' tutore della legge, filosofo e psicologo, che sapeva dosare perfettamente il bastone e la carota.
Ma perché l'Ue ha questa fretta? E da dove viene la notizia? Ce lo spiegano i carabinieri nell'articolo:
Sono annosi ormai i richiami del ministero dell’Interno in merito alla necessità di una riforma che veda una reale unificazione delle Forze di Polizia con il contestuale passaggio dell’Arma alle dipendenze di tale dicastero. Al contempo, si susseguono le esternazioni in senso contrario del ministro della difesa che giura, invece, che i carabinieri resteranno alla Difesa. Versione non del tutto inesatta, i carabinieri in quanto tali, sopravviverebbero con un’aliquota destinata a supportare le nostre missioni all’estero con compiti di polizia militare.
La fonte è il ministero dell'Interno. Più autorevole di quella... La richiesta dell'Ue è ufficiale e rientra nell'ambito di quella che Monti ha chiamato "una cessione necessaria di pezzetti di sovranità all'Ue" in quel famoso video che ha spopolato e preoccupato mezzo web. Vogliono smilitarizzare l'arma e accorparla con polizia. La domanda è perché? Ecco la risposta dei carabinieri:
Secondo la Ue e il ministero dell’Interno la militarità dell’Arma non è quindi vista come necessità di combattere più efficacemente la criminalità, dal momento che il codice di procedura penale stabilisce modalità di intervento uguali per tutte le Forze di Polizia, aggiungendo che non è ammissibile che le stesse forze dell’ordine si occupino di ordine pubblico dipendendo da amministrazioni diverse. Per arrivare ai colpi bassi, ossia ai dubbi sull’efficienza dell’Arma, voci neanche troppo di corridoio sostengono che con lo scioglimento dell’Arma si spezzerebbe ogni legame con la difesa che, sempre stando a queste voci, in maniera soffocante e per quasi duecento anni, ha condizionato destini, carriere ed efficienza di una forza armata che, nonostante il suo impegno, vede da sempre intere regioni ancora sotto il controllo della criminalità organizzata. Europa solo la Francia, con la Gendarmerie Nationale, ha una forza di polizia paragonabile ai nostri carabinieri ma con alcuni tratti distintivi essenziali: il Capo del Corpo è un Direttore civile, i compiti sono nettamente distinti da quelli della Police Nationale per aree territoriali di competenza e per specializzazioni. In Olanda, la Koninklijke Marechaussee, oltre ai compiti di polizia militare ha solo compiti di polizia di frontiera. In Belgio, la Gendarmerie è stata sciolta ed è confluita nella Police Nationale. In Spagna, la Guardia Civil, un Corpo di polizia a ordinamento militare, ha tuttavia un Direttore civile.
L'Arma dei Carabinieri è un altro dei nostri gioielli così invidiati che ce lo vogliono distruggere non potendocelo portare via. Ma non è tanto l'invidia il motore di questa scelta. Le ragioni sono molto più banali. Si tratta di una forza organizzata a tal punto da essere giudicata pericolosa da quei poteri forti che vogliono controllarci attraverso quella forza di polizia anti democratica e con poteri illimitati nota come Eurogendfor, di cui vi ricordo i compiti e il raggio d'azione:
«condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici»
«EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5).
La Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi. Ahh hai capito perché allora i carabinieri non servono? Tanto c'è Eurogendfor che è pure meglio e che piace anche alla Nato e agli Stati Uniti, i quali avranno voce in capitolo persino nella sua gestione operativa! Il nuovo corpo, se non bastasse, risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.
Alla faccia del del maresciallo di paese,un po' buon padre di famiglia, un po' tutore della legge, filosofo e psicologo, che sapeva dosare perfettamente il bastone e la carota.