venerdì 27 gennaio 2012
Tagli miliardari, stretta sui ticket e bimbi non più dai pediatri ma in medicina con in grandi
Tagli miliardari, stretta sui ticket e bimbi non più dai pediatri ma in medicina con in grandi dai 7 anni in su. Entra nel vivo il confronto tra le Regioni sul nuovo Patto per la Salute 2013-2015. Ieri l'argomento è arrivato sul tavolo dei presidenti delle Regioni che ne hanno parlato in seduta «riservata». Di Patto per la Salute e del riparto del Fondo sanitario 2012, che ammonta a 108,780 miliardi di euro, si tornerà a parlare tra presidenti delle Regioni l'8 e il 9 febbraio. I governatori sono preoccupati: tra costo dell'inflazione e manovra «salva Italia» le risorse sono diminuite, tanto che le Regioni temono che i tagli, tra il 2011 e il 2014, possano raggiungere i 17 miliardi. Ci sono alcune bozze di lavoro. Sul fronte ticket le Regioni puntano ad applicare la scure: compartecipazione crescente al crescere della tariffa; compartecipazione differenziata per situazione economica; innalzamento da 65 a 70 anni del limite di età e riduzione, rispetto ai 36 mila euro attuali, del reddito familiare per le esenzioni. In tema di riorganizzazione della rete ospedaliera, i documenti ipotizzano di ridurre il numero di posti letto ospedalieri accreditati entro i 3.5 posti letto ogni 1.000 abitanti, comprensivi di 0,5 posti letto per la riabilitazione. C'è poi un capitolo riorganizzazione delle strutture. Si parla di riconversione di piccoli ospedali. C'è poi un tast che sta suscitando aspre polemiche: assegnare ai pediatri solo i bambini da 0 a 6 anni, trasferendo i piccoli dal settimo anno ai medici di medicina generale. La notizia suscitale ire della Federazione italiana medici pediatri, Il presidente Giuseppe Mele accusa: «È un attacco alla famiglia ed alla professione medico-pediatrica. È un progetto senza attenzione verso i cittadini. Si vuole smantellare il modello della pediatria italiana come assistenza primaria per i soggetti da 0 a 14 anni, un sistema apprezzato in tutto il mondo». I sindacati e le associazioni delle imprese cercano punti di contatto per tornare più forti al tavolo del confronto con il governo sulla riforma del mercato del Lavoro. Il rischio che il ministro Fornero spinga per soluzioni che potrebbe scontentare tutti - trapela dalle parti sociali - costringe a limare le diverse posizioni. Obiettivo che appare vicino su ammortizzatori sociali e flessibilità in entrata, mentre le distanze restano incolmabili quando ci si avvicina al terreno dell'articolo 18 sulla flessibilità in uscita. «Spero che la prossima settimana ci sarà l'incontro», ha detto la Fornero, ieri ricevuta da Monti, annunciando che entro qualche giorno sarà a punto il documento con le linee guida. I nodi sono quelli di una nuova architettura degli ammorizzatori sociali e il «pragmatismo» sull'articolo 18 invocato da Confindustria
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