I costi della politica ancora nell'occhio del ciclone. Dopo le accuse contro i parlamentari rei di percepire lo stipendio più alto d'Europa, ora un articolo del Corriere fa notare come pure gli impiegati di Camera e Senato non se la passano proprio male.
I parlamentari italiani non ne possono più. A passare come il capro espiatorio dei mali del Belpaese non ci stanno. Così dopo i dati pubblicati dalla Commissione Giovannini che, qualora ce ne fosse stato bisogno, hanno ribadito che gli onorevoli italiani sono i più pagati d'Europa, hanno deciso di mettere a tacere le voci anti-casta, relative alle buste paga. Anche di fronte all'evidenza di un rapporto che, seppur alquanto pasticciato “e di qualità insufficiente”, sottolinea i 16 000 euro mensili lordi percepiti dai rappresentati del popolo. Non è vero dicono deputati e senatori, menzionando i soli 5.000 euro di indennità e tralasciando tutti i benefit che porterebbero a levitare lo stipendio.
Dopo aver fatto discutere l'Italia intera col libro "LA CASTA"sugli sprechi ei privilegi ingiustificati della politica italiana, stavolta il loro dito è puntato contro gli stipendi dei dipendenti di Montecitorio e Palazzo Madama che possono tener testa a quelli di Monarchi e Presidenti. Uno su tutti è quello di uno stenografo del Senato che guadagna quanto Juan Carlos di Spagna, che di mestiere fa il Re:Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro.Ma alla Camera e al Senato ci sono anche altri fortunati. Come i barbieri o i commessi che possono arrivare a 160 mila euro lordi annui. Un coadiutore a 192 mila, un segretario a 252 mila, un consigliere a 417 mila.
Come è possibile? Rizzo e Stella spiegano che i salari da pascià vengono ottenuti grazie «ad assurdi automatismi che nell’arco della carriera consentono di quadruplicare in termini reali la busta paga».
E il vantaggio di tagliare i capelli o battere a macchina i discorsi dei parlamentari a Palazzo si riflette anche sulle pensioni. Tra riscatti della laurea e anzianità i nostri possono andarci a 53 anni, « con un assegno previdenziale di 113 mila euro l'anno che, se resta fino al 60º compleanno, può superare i 140 mila. Con un risultato paradossale: il vitalizio di un senatore che abbia accumulato il massimo dei contributi non potrà raggiungere quei livelli mai.»
A bene vedere l'articolo di Stella e Rizzo, seppur encomiabile nella sostanza, rischia di impelagarsi nella demagogia. E' ovvio che i 290 mila euro lordi del signor stenografo, fanno storcere il naso e digrignare i denti a migliaia e migliaia di operai ed impiegati che devono accontentarsi di mille euro al mese. Ma quei numeri non riguardano solo il Parlamento italiano e chi ci lavora. Dovremmo infatti indignarci pure nel sapere quanto guadagna il direttore di un Banca o un Broker. Arrabbiarci di fronte alle somme percepite da un ufficiale di polizia o da un pilota. E ancora da un calciatore o da uno sportivo in generale. E pure nel conoscere quanto prendere un editore , un giornalista, un notaio o un farmacista..........
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