Nell’ambito delle azioni volte al risanamento della qualità dell’aria la regione lombardia sostiene che pur essendo utile per contribuire alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, la combustione della legna in piccoli impianti domestici presenta degli aspetti critici per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria, aspetti che devono essere oggetto di particolare attenzione soprattutto nelle aree soggette a episodi acuti di inquinamento.
La DGR 7635/08 ha disposto nei comuni della zona A1 e nei Comuni siti ad altezza inferiore a 300 m slm - e laddove sono presenti altri generatori di calore oltre quello a legna - il divieto all’utilizzo di legna da ardere nei mesi invernali per il riscaldamento domestico degli edifici in camini aperti, camini chiusi, stufe e qualunque altro tipo di apparecchio che non garantisca un rendimento energetico adeguato (≥ 63 %) e basse emissioni di monossido di carbonio (≤ 0,5 % = 5.000 ppm). È inoltre vigente il divieto di combustione di legna all’aperto.
I valori di tali parametri sono normalmente precisati sul libretto di istruzioni dell’apparecchio; in mancanza del libretto viene ritenuta valida la certificazione rilasciata dal venditore o dal costruttore.
Sono dunque esclusi dal divieto gli impianti con buon rendimento energetico e quelli di cottura (pizzerie comprese).
La maggior parte degli impianti realizzati e messi in commercio prima del 1990 non è in grado di rispettare i valori di rendimento energetico indicati nella sopra richiamata DGR.
La diffusione di impianti ad alimentazione automatica (a pellet e cippato) rappresenta un’ulteriore possibilità di riduzione delle emissioni in quanto le condizioni più regolari della combustione ed un più ottimale dosaggio dell’aria comburente permettono significative riduzioni delle emissioni medie.
Il limite dei 300 metri è giustificato da un fenomeno termo-climatico che crea una sorta di tappo che non consente il ricambio d'aria, con la conseguenza che tutto ciò che viene immesso nell'atmosfera sotto i 300 metri non si disperde. Lo schiacciamento al suolo degli inquinanti è un fenomeno che interessa tutta la pianuta padana, per questo l'assessore all'ambiente sta portando avanti una politica volta a sostituire gli impianti obsoleti con altri più tecnologici, che garantiscono un minor uso di legna, un maggior calore e una minor produzione di polveri sia all'esterno che all'interno delle abitazione (il cosiddetto inquinamento indoor).
La nuova disciplina - in fase di predisposizione - si propone di regolamentare le operazioni di installazione e di gestione degli impianti domestici alimentati a legna in modo da contenere le emissioni inquinanti, ridurre i rischi di incendio delle canne fumarie e assicurare una corretta gestione delle fuliggini da parte delle imprese preposte alla pulizia delle canne fumarie.
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