lunedì 6 febbraio 2012

Liste d'attesa. Indagine nelle Asl di Bari, Milano, Napoli, Roma e Torino

Cinque mesi per un'ecografia e una visita oculistica: è il record registrato a Milano e Napoli.

Cinque mesi per un'ecografia e una visita oculistica: è il record registrato a Milano e Napoli. I tempi di attesa della sanità pubblica sono ancora lunghi e il cittadino per saltare le code spesso è costretto a pagare
  I tempi di attesa per 4 esami e visite comuni nelle cinque ciittà. Si passa dai 300 giorni per una gastroscopia a Bari ai 6 mesi per un’ecografia a Roma, fino ai 7 mesi per un’ecografia all’addome a Torino. Le cause: medicina difensiva e tagli alle Asl.

02 FEB - Per una gastroscopia a Bari si può aspettare anche 300 giorni. Sette mesi per un’ecografia all’addome a Torino. Con l’aggravio del superticket, introdotto della manovra finanziaria dello scorso agosto, che prevede 30 euro di pagamento per esame oculistico o ortopedico; dai 46 euro di Campania e Lazio ai 52,80 euro di Lombardia e Piemonte per l’ecografia. L’alternativa? Andare privatamente a pagamento: per l’ecografia in privato non si spende molto di più, 60-65 euro.



Sono questi i risultati dell’inchiesta condotta da Altroconsumo su 80 strutture sanitarie pubbliche di cinque città: Bari, Milano, Napoli, Roma, Torino.
In questi capoluoghi l’associazione ha contattato i Centri unici di prenotazione (Cup) per richiedere quattro esami e visite molto comuni: ecografia addome, gastroscopia, visita oculistica, visita ortopedica. 
In generale si può dire che i tempi di attesa sono ovunque molto lunghi e che l’unica possibilità di accorciarli sensibilmente è quella di spostarsi fuori città, ma non sempre la differenza vale il viaggio, quindi la soluzione più comoda potrebbe essere la visita privata. Infatti, nonostante l’utilità e il vantaggio del Cup, non sempre il cittadino, o meglio quasi mai, riesce a trovare una visita in tempi ragionevoli in una struttura adeguata alle proprie esigenze di mobilità.

C’è poi da dire che soprattutto in realtà come quella di Napoli, risulta più facile utilizzare le farmacie per prenotare le proprie prestazioni sanitarie. Dallo scorso ottobre, infatti, le farmacie possono anche fungere da canali di accesso al Cup per prenotare esami e visite specialistiche presso strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, provvedere al pagamento di ticket a carico del cittadino e ritirare i relativi referti. Il tutto senza costi aggiuntivi a carico del cittadino. Nel corso dell’inchiesta, a tal proposito, sono state visitate anche alcune farmacie per verificare se il servizio di prenotazione fosse già attivo. Il servizio risulta avviato in alcune farmacie di Torino, Bari e Napoli, mentre a Milano è partito con più ritardo.



L’indagine ha preso il via da una premessa: ogni anno in Italia si raggiunge l’enorme numero di 70 milioni di accertamenti diagnostici. La “colpa” di questi numeri viene data da Altroconsumo alla medicina difensiva, ma anche all’atteggiamento dei pazienti spesso troppo solleciti nel chiedere esami, oltre ai tagli di bilancio a cui sono state sottoposte le Aziende sanitarie.



Contattando il Cup a Roma non è possibile prenotare un’ecografia prima di 6 mesi, ben 188 giorni. A Torino i tempi s’accorciano, ma di poco: 117 giorni, ben 4 mesi. A Bari per lo stesso esame i giorni d’attesa sono 106, per una gastroscopia 126. Eppure il Piano nazionale di governo per le liste d’attesa per il triennio 2010-2012 prevedeva tempi certi e ragionevoli da rispettare per esami, visite ed interventi chirurgici. In particolare in questo studio sono stati puntati i riflettori su 4 prestazioni a più alto rischio ritardi, comprese nelle 58 segnalate dal Piano nazionale. Queste dovrebbero essere garantite ad almeno il 90% dei cittadini richiedenti in tempi massimi che variano dai 30 giorni per una visita ai 60 per un esame diagnostico.



Nonostante questo i casi di sforamento dei tempi previsti sono risultati essere numerosi. Vediamo in dettaglio alcuni segnalati nello studio.

A Roma i tempi medi per tutte e quattro le prestazioni analizzate dall’indagine hanno sempre “gravemente” sfiorato i limiti di attesa previsti. Si è riscontrata, inoltre, una “deprecabile” chiusura delle prenotazioni in alcuni ospedali. La tempistica per prenotare tramite Cup un’ecografia è di sette mesi e l’unica alternativa possibile è quella di macinare chilometri per rivolgersi ad ambulatori nelle cittadine di provincia. Se invece si vuole mettere mano al portafogli, basta sborsare 60 euro e si riesce ad ottenere l’esame diagnostico nel giro di 48 ore.

Questo “problema” con le ecografie è emerso anche a Torino, dove le prenotazioni tramite Cup hanno un tempo di attesa di sei mesi. Più in generale, come riportato nell’Indagine, i tempi medi di tutti e 4 gli esami analizzati hanno superato il limite posto dalla Regione. Una nota particolare, però, la merita l’ortopedia. Questa specialistica non è risultata essere ancora presente in agenda e non è stato dunque possibile neanche prenotare la visita: rimandata a data da destinarsi.



Tempi più “ragionevoli” sono stati riscontrati a Milano, dove però in alcuni casi non è stato possibile prenotare un’ecografia senza una motivazione ben precisa.
Altroconsumo ha poi rilevato come, per prenotare un’ecografia a Bari si possono percorrere per due vie: attendere tre mesi, oppure spostarsi fuori città per poter avere lo stesso esame nel giro di alcuni giorni., si fa prima rivolgendosi alle farmacie.
Per concludere, a Napoli, nonostante la Sanità sotto commissariamento, lo studio ha riscontrato i tempi d’attesa medi e massimi inferiori a quelli delle altre città. C’è però da considerare un piccolo problema: per prenotare con il Cup bisogna andare di persona, si fa prima rivolgendosi alle farmacie.

 

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